sabato 11 aprile 2009

Perle ai porci



Nessuno nasce imparato.
Ricordo come fosse ieri la prima volta che sono entrato dalla Flavia a Milano.
Scaffali pieni di bottiglie...e una sensazione di inadeguatezza.
Qualcuna, rassicurante, la conoscevo già...le bellissime etichette delle Samuel Smith occhieggiavano amiche da un angolo.
Il birillino della Orval era ormai di casa...le danesi industrali già le snobbavo...
Ma quella bottiglia con pupazzetto giallo?
E finalmente, questa Rochefort, con tanto di  Trappist in etichetta...ne avevo letto, ed ora eccola lì a 4500 lire dal mio bicchiere.
Il ritorno a casa, il librone di MJ con tante bellissime foto, la storia, qualche parola sulla degustazione e religiosamente il cavatappi si accosta alla corona.
Cerco di versarla al meglio, tenendo conto di un po' di esperienza e di tutte le teorie (troppe!) lette e sentite.
E' bellissima, impenetrabile, con una schiuma elegante ma selvaggia.
Avvicino il naso e mi gira la testa per un secondo, quasi uno svenimento.
Portando il bicchiere alla bocca mi vengono in mente alla rinfusa sacrileghe  frasi di anni di chierichetto (fate questo in memoria di me...questo è il mio sangue...)
Imprinting.
E ancora, sensazione di averne colto solo una piccola parte.
Voglia di ricercarla, e di leggerne ancora.
Non è comunque una questione romantica di epoche.
Averla "a portata di click" non avrebbe cambiato (e non mi cambia) l'approccio verso qualcosa di nuovo.
Averla "a portata di click" cambia invece in maniera esponenziale il numero di chi si accosta a questi (a volte) capolavori, senza conoscerli e senza il dovuto rispetto.
E che poi magari in un blog sentenzia di una Rodenbach Grand Cru , "troppo acida" o di una Bruocsella "puzza!"...
Non sarà molto democratico e commercialmente lungimirante, ma venderei alcune bottiglie solamente ai possessori di una sorta di "Porto di Bottiglia" che attestasse l'effettiva possibilità o volontà di comprensione del contenuto.
Altroché purché se ne parli e purché se ne beva....troppi stanno bevendo e parlandone.
Stop.
Parli chi sa o ha voglia di imparare.
Gli altri, accomodarsi alla spina Ainechen, prego.

ps non so come visualizzare in maniera corretta e completa la striscia...cliccateci su, va..


2 commenti:

Tyrser ha detto...

"porto di bottiglia"
Oppure tutoring forzato del primo assaggio.
Ma come in tutte le cose c'è chi in quel calice vede un che di mistico e chi invece solo una birra.
Ieri ho trovato la magia in una koelsch che non si può nemmeno far chiamare così. Perchè è fuori dal centro. Ecco quella pecora nera dell'aristocrazia birraria, quella semplice ma brillante perla mi ha fatto meditare e mi ha dato della religiosa meraviglia.
Probabilmente il nubbio di turno la definirebbe "eh troppo amara per lo stile, nhe", senza aver mai visto le guglie del duomo di Colonia neanche in cartolina.
Perle ai porci. Feel the magic.

fermorestando ha detto...

lunedì dell'angelo sono andato a vigevano

vigevano è una perla dell'hinterland milanese e lo scopro ora

spritz in piazza
pranzo lì vicino
un ristorante tipo osteria d'italia

ordino primo e formaggi perchè la pazienza della mia pupa è minima

la lista degli alcoolici prevede la presenza di birre artigianali di due produttori(?) italiani

escludo il primo
perchè conosco bene il prodotto
perchè la nora non c'è e a me quella piace

rimane sto secondo che non avevo mai sentito (croce di malta possibile?forse di novara e aveva in etichetta la storia del gusto in evoluzione che-non so perché - avevo già sentito!)

per il riso con zucca e salame d'oca piglio una (simil) bitter-ale
per i formaggi una (simil) bruna belgian

premetto
corsi non ne ho fatti
mai uno.
nuoto,inglese,vino,birra,cazziemazzi…niente.

bevo e basta

le due birre mi sparavano nel naso come dei sentori di magnesia bisurata aromatic
come un prosecco da battaglia

in bocca non male ma non ho notato differenze sostanziali tra le due
forse un po’ più secca la bitter
sicuramente più coerente

una sola domanda:
(giusto spingere per creare una cultura della birra
giusto spingere il prodotto italiano)

ma non sarebbe più onesto partire dalla Tradizione?

Sì alla "bottiglia di porto"!